Nelle scoperte milanesi posso annoverare ricette e tradizioni di ogni tipo.
I miei primi anni università li ho vissuti tra gli erasmus. Al primo anno definivo la mia condizione di studentessa fuori sede come “Erasmus a Milano”. Pochi italiani, tanti francesi, qualche inglese, belga, irlandese, una tedesca e anche un cinese. Io? Italo-calabrese.
Così inevitabilmente ti affacci verso nuove cultura, scopri tradizioni degli altri popoli e qualche ricetta.
Dai miei amici francesi, per esempio, ho finalmente imparato a fare le crepes senza distruggerle nella padella, in occasione de
La Chandeleur (o festa delle crepes) ovviamente.
Come ho scoperto che a loro fa ribrezzo l’uso del bidet, esattamente quanto noi non tolleriamo avere un bagno privo di questo fondamentale pezzo. (Che pensavano servisse solo per lavare i piedi, questo ve lo racconto un’altra volta).
Dalla coinquilina serba ho appreso che la carne è fondamentale per la loro alimentazione e che è un classico il piatto unico per cena.
Che il piatto forte dell’Etiopia è lo zighinì l’ho appreso… dai genitori del mio fidanzato.
Se ve lo state chiedendo, i miei suoceri sono italiani, lombardi, milanese uno, pavese l’altro. Lo zighinì dunque è arrivato quasi come un intruso.
In realtà, tutto risale a un caro parente che, avendo vissuto per un lungo periodo in Etiopia, portò la ricetta in Italia, munito ovviamente delle spezie necessarie per realizzare il famoso spezzatino, il berberè.
Il berberè è una miscela di spezie (molto piccante) composta da peperoncino, zenzero, chiodo di garofano, fieno greco, coriandolo, pimento, Ruta, semi di sedano, pepe nero, cannella.
Una volta pronto lo spezzatino, non dimenticate di accompagnare il tutto con del buon pane. Il sugo ottenuto con questa preparazione richiede abbondanti scarpette!
Io ho accompagnato con il mio pane casareccio di grano duro, con una mollica che accoglie il condimento e una crosta che rimane croccante. Qui la ricetta.Come ogni mese, quasi puntuale, questa ricetta partecipa all’MT Challenge di gennaio.
Ingredienti per 4 persone:
800 gr di carne di manzo adatta a spezzatino
2 cipolle
3 cucchiai di berberè (il mio non era affatto piccante, per cui ho dovuto aggiungere peperoncino in polvere piccante)
500 gr di pomodori pelati
50 gr di concentrato di pomodoro
4 uova sode
burro chiarificato (nell’originale si usa il ghee)
acqua qb
sale
Procedimento:
Tagliate le cipolle a fettine sottili e fatele stufare in una pentola antiaderente senza alcun condimento, finché rilasciano la loro acqua. Ci vorranno circa 10 minuti, anche 15. Unite poi il burro chiarificato e fate cuocere le cipolle finché diventano quasi una crema.
Unite il berberè sciolto in un bicchiere d’acqua. Salate. Lasciate cuocere a fuoco dolce finché l’acqua si restringe. A questo punto unite i pelati e il concentrato di pomodoro sciolto in un altro bicchiere d’acqua. Fate cuocere ancora a fuoco basso finché si restringe l’acqua dei pomodori.
Solo a questo punto unite la carne tagliata a tocchetti di circa 2 cm e fate cuocere a fuoco dolce finché diventa tenera. Ci vorranno circa 2 ore di cottura e, se necessario, unite acqua quanto basta per mantenere un sughino denso e non troppo asciutto.
Quando cotto, fate cuocere le uova in acqua bollente fino a farle rassodare.
A questo punto ci sono 2 opzioni:
1. Prelevare i tuorli sodi e aggiungerli allo spezzatino, amalgamandoli al resto.
2. Tagliate a metà le uova e unitele allo spezzatino. Fate cuocere il tutto ancora per qualche minuto e poi servite caldo. Quest’ultimo è il modo che preferisco.
*Nella versione originale si serve con l'”Injera”, cioè un pane realizzato con la farina di teff. Tale pane serve anche da cucchiaio, visto che si usa mangiare il tutto con le mani.
English Version – Ethiopian stew
Ingredients:
800 g of beef stew fits
2 onions
3 tablespoons of berberè, Ethiopian spice mix (mine was not spicy at all, so I had to add spicy chili powder)
500 g of peeled tomatoes
50 g of tomato paste
4 hard-boiled eggs
clarified butter (ghee is used in the original)
water to taste
salt
Direction:
Cut the onions into thin slices and let them simmer in a nonstick pan without any seasoning until release their water. It will take about 10 minutes, even 15. Then add the clarified butter and cook the onions until they become almost a cream.
Add the berberè dissolved in a glass of water. Season with salt . Let it cook on low heat until the water shrinks. At this point add the tomatoes and the tomato paste dissolved in another glass of water. Let it cook on low heat until the water narrows.
Only then add the meat cut into pieces of about 2 cm and cook on low heat until it becomes tender. It will take about 2 hours of cooking , and if necessary, add enough water to maintain a dense and not too dry sauce.
When cooked, cook the eggs in boiling water until they harden.
At this point there are 2 options :
1. Remove the yolks and add them to the stew, amalgamating to the rest.
2. Halve the eggs and add them to the stew . Let it cook for a few minutes and then serve hot . This is the way I prefer.
* In the original version is served with the “Injera”, a bread made with teff flour . This bread also serves as a spoon, because it is used to eating everything with your hands .
Commenti
14 Commenti su "Uno spezzatino berbero: lo zighinì"
raffaella
Ti è venuto benissimo
E' un piatto talmente radicato in quella tradizione che sul sapore nemmeno si discute e lo si evince anche dall'aspetto di quel bel sughetto.
Sulla bontà del pane che fai tu, avendo avuto la fortuna di provarlo, alzo le mani e sono sicuro che non resterebbe né sughetto, né pane.
Fabio
Marta
Il bello delle culture è proprio questo scoprire piatti nuovi e sentirsi con un piatto tutti più vicini...
Sul bidet non mi capacito mai neanche io, per cui è più che comprensibile il cambio tema! :D