Dopo quasi 10 anni di vita nella città meneghina mi meraviglio ancora nel vedere i senzatetto per strada, ragazzi giovanissimi a chiedere l’elemosina e le prostitute nel freddo della notte.
Tutto a Crotone accade più nascosto, meno evidente o semplicemente meno presente.
Milano ha una quantità elevatissima di poveri. Non immaginatevi solo i senzatetto o chi chiede l’elemosina in strada, alle mense dei poveri si trovano persone anziane, disoccupati, extracomunitari.
A proposito mi sembra il momento perfetto per citare un libro scritto in occasione dell’Expo 2015 di Milano, di cui vi parlavo qui. “Storie di cibo. Racconti di vita” narra eventi legati al cibo e, uno di questi, racconta proprio la mensa dei poveri. Il racconto è strutturato a mo’ di “intervista” a cui partecipano diversi ospiti: per lo più extracomunitari con lavori che non consentono di pagare l’affitto, le bollette e mangiare contemporaneamente. Alcuni di questi portano anche i figli e molti alla domenica preferiscono non andare perché è lontano da casa.
A Milano, città conosciuta per il benessere e la ricchezza economica, circa 13.000 persone non hanno un tetto sulla testa, un numero elevatissimo soprattutto in confronto ai 51.000 del resto d’Italia.
Per questo motivo è importante che ci siano strutture come l’Opera San Francesco che distribuisce pasti e non solo a oltre 2800 persone al giorno.
La struttura è nata nel 1959 per volere di Fra Cecilio, ora in attesa di beatificazione grazie a tutto il bene fatto in terra.
Aimo lo ricorda bene, quando vendeva castagne in Viale Piave, proprio di fronte alla chiesa, e Fra Cecilio lo accoglieva per dargli un pasto caldo e un attimo di riposo. Aimo non ha paura di raccontarlo mentre la sua Zuppa Etrusca fumante è in tavola.
E ora arrivo finalmente al punto: l’Opera San Francesco è rimasta aperta la scorsa domenica per un pranzo di beneficenza in cui grandi chef si sono messi in cucina per un buon motivo, raccogliere fondi e sostenere l’attività dell’Opera.
Questa struttura è attiva dal lunedì al sabato sia per il pranzo che per la cena, dà lavoro a molte persone e funziona anche grazie ai tantissimi volontari che ogni giorno prestano il proprio tempo e il proprio impegno per una buona causa.
Domenica ci siamo ritrovati lì in 200 grazie a Identità Golose, come se fossimo in una grande famiglia. L’atmosfera era calda, serena, solare. Trasudava amore e questo ha dato ancora più significato al pranzo.
A tavola non c’erano le solite facce da eventi enogastronomici, ma per lo più famiglie, persone anziane, amici, e anche il tavolo dedicato ai bambini, proprio come se fosse una grande festa.
13 grandi cuochi: Cesare Battisti, Mauro Brun e Bruno Rebuffi, Marcello Leoni e Valentina Tepedino, Aimo e Nadia Moroni con Stefania Moroni assieme ad Alessandro Negrini e Fabio Pisani, Enrico e Roberto Cerea, Viviana Varese, hanno lavorato per servire un pranzo perfetto che ricordasse anche nelle portate il valore di questo giorno.
Bucce di patate fritte di Cesare Battisti, polenta con stufato che i fratelli Cerea hanno reso un piatto elegante e… non riesco a trovare aggettivo adatto a tanta perfezione 🙂
Viviana Varese, poi, ha portato in tavola un dolce amato proprio da San Francesco, i mustaccioli. Chissà che lui abbia apprezzato anche da lassù 🙂
Sapete cosa mi viene in mente pensando a domenica? “Abbracci”.
Commenti
15 Commenti su "Grandi Cuochi all’Opera"
Buona giornata da "LA CUCINA COME PIACE A ME"
kisss
Un abbraccio e complimenti!
Marinella
..dovremmo pensare più spesso a chi non ha davvero nulla..e invece.
Grazie per averlo condiviso con noi...
Buona giornata, Roberta